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LO STRAORDINARIO DELL'ORDINARIO img2. copia 2.jpg

INGRESSO SPETTACOLO

interi 15€

ridotti 12€ over 60, under 25, Coop, Arci, Uisp, ATC

ridotti 7€ residenti quartiere 1 e del quartiere 4 

ridotti 5€ per gli iscritti ai corsi di formazione

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TEATRO GOLDONI

Via Santa Maria, 15 - Firenze

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INFO E PRENOTAZIONI

IL TEATRO DELLE DONNE  presso TEATRO GOLDONI

Via Santa Maria, 15  -  50125 Firenze (FI)

055 2776393 - teatro.donne@libero.it -

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Prevendita: Negozi del Circuito BoxOffice Toscana e Ticketone, online su www.ticketone.it 

LO STRAORDINARIO DELL'ORDINARIO

GOGMAGOG​

                                                                                     ESTATE FIORENTINA

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INAUGURAZIONE STAGIONE

IL TEATRO DELLE DONNE AL TEATRO GOLDONI

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giovedì 14 SETTEMBRE ore 21,00

TEATRO GOLDONI | FIRENZE

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liberamente tratto dall'opera di Clarice Lispector

testo e regia Cristina Abati

suono live Spartaco Cortesi

tecnica  Antonella Colella

oggetti di scena Eva Sgrò

collaborazione al progetto Tommaso Taddei

con CRISTINA ABATI

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PRIMA ASSOLUTA

Una donna distesa su una lunga e particolare chaise longue, inizia a intessere un dialogo con se stessa, e con il mondo fuori, è un dialogo di complicità, di riflessione, di ironia, dove in fondo ciò che la nostra protagonista vuole affermare a se stessa è che: “l'unica verità è che vivo, sinceramente io vivo”.

Parla un linguaggio che da una parte attinge allo straordinario, e dall'altro racconta la sua quotidianità, il suo vissuto, i suoi ricordi, i suoi amori. Il rapporto con gli oggetti quotidiani è fondamentale: la “Sveglia” che lei chiama  Horacio, emblema del tempo, di colui che fa accadere le cose; la “Sedia” come quando si domanda: “Chi avrà inventato la sedia? Qualcuno che aveva amore per se stesso”.

A volte le parole risuonano in lei, altre volte arrivano come voci (o canti) nella stanza. “Lei si mangiava internamente, piena di succo vivo che era”, così descrive la Lispector uno dei suoi tanti personaggi femminili. Ed è quando la lingua sembra si infranga sui limiti dell'impossibile, che questa tensione diventa l'unico modo per raccontare la realtà, la ricerca dell'origine. Una sorta di confessione a se stessa, ma sempre come anelito al presente, a vivere “l'istante”, in cui la quarta dimensione si sposa a una fisicità dirompente, a una ricerca del piacere inteso come affondare i denti in un frutto pregno di succo, che accende lo stato di grazia.

C'è il desiderio di stupirsi del quotidiano, la passione di vivere, che si muove fra la dolcezza e l'intento violento di smuovere le cose, una fusione alchemica del carnale e del poetico, un'ironia leggera di chi per conoscere, osserva e si osserva. Ci sono le risate dell'esplosione gioiosa degli alleluia, e la malinconica  ironia di chi sa.

“Non essere nata animale è forse la mia più segreta nostalgia”, questa è l'affermazione più famosa di C. Lispector. E la nostra protagonista non si esimeva da un'animalità fisica e sonora: insieme ai racconti, c'è il riso, il pianto, il canto, l'ululato, lo schioccare della lingua, c'è tutta una ricerca sulla materialità  e la sonorità della parola.

I testi di riferimento per la prima stesura sono tratti da “Acqua viva”, “Vicino al cuore selvaggio”, “Dove siete stati di notte”, “Un soffio di vita”, “Tutti i racconti”.

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